sabato 28 dicembre 2013

Perché dovrei affliggermi ora? (2)


continua dal post del 21 settembre.
Questa è una trascrizione di un discorso tenuto a Poona da Osho Rajneesh nel 1976: "Perché dovrei affliggermi ora?"

Una volta ho sentito una storiella ebraica molto bella, straordinariamente significativa. Parla di un uomo che era sempre addormentato e sempre sul punto di riaddormentarsi, ovunque si trovasse. Lo si poteva vedere ai più grandi raduni di massa, ai concerti, alle riunioni più importanti, seduto che dormiva. Di certo tu conosci quell'uomo, perché sei tu. Di certo, devi averlo incontrato molte volte; come avresti potuto evitarlo? Sei tu!

Quell'uomo dormiva in tutte le posizioni immaginabili e inimmaginabili: dormiva con i gomiti per aria e le mani dietro la nuca. Dormiva in piedi, appoggiandosi a se stesso, per non cadere. Dormiva a teatro, per strada, nella sinagoga... ovunque andasse gli occhi gli si chiudevano dal sonno.

Se fosse stato un hindu, avrebbe potuto dormire perfino a testa in giù, nella posizione del shirhasana. Ho visto molti hindu dormire in questa posizione. Molti yogin imparano a dormire appoggiati alla testa. E' molto difficile, arduo, richiede una lunga pratica, ma, ma è possibile farlo.

I suoi vicini di casa dicevano che aveva continuato a dormire anche durante sette incendi e che una volta, trovandosi realmente in mezzo a un grande incendio, fu trascinato fuori dal letto, ancora addormentato, e steso sul marciapiede. Lì dormì per parecchie ore, finché arrivò un'ambulanza che se lo portò via.

Si raccontava anche che, al suo matrimonio, mentre recitava la formula di rito: "E io prendo in sposa...", cadde addormentato alla parola "sposa"...cerca di ricordartelo...e per svegliarlo dovettero colpirlo sulla testa con un candelabro, per ore, prima di riuscire a svegliarlo. Poi, ripeté lentamente la parola seguente, e si riaddormentò! 

Prova a ricordarti la tua cerimonia nuziale, la tua luna di miele, il tuo matrimonio. Sei mai stato sveglio? Ti sei mai lasciato scappare l'occasione di addormentarti, non appena ti era possibile? In realtà non hai mai fatto altro che dormire.
Ti sto rammentando tutto questo affinché tu possa credere al resto della storia che riguarda il nostro eroe.

Un giorno andò a dormire, e dormì, dormì profondamente, ma nel sonno gli sembrava di udire un rumore di tuono, sentiva tremare il letto. Pensò quindi che fuori piovesse, con il risultato che si riaddormentò ancor più piacevolmente, raggomitolandosi al calduccio delle coperte.

Ricordi quante volte hai interpretato le cose che ti succedevano, mentre dormivi? Ti ricordi di quando la sveglia si metteva a suonare e tu sognavi di essere in chiesa e di sentir suonare le campane? Questo è un trucco della mente per evitare il disturbo dato dalla sveglia.

Quando l'uomo si svegliò, si vide circondato da un grande vuoto: sua moglie non c'era più e non c'era più il letto e neppure materasso e coperte. Volle affacciarsi alla finestra ma non c'era più neppure quella. Avrebbe voluto precipitarsi giù per le scale e chiamare aiuto, ma non c'erano scale né aria per gridare. E quando decise di uscire almeno dalla porta, si accorse che non c'erano più porte:tutto era svanito!

Sulle prime rimase sconcertato, incapace di capire cosa fosse successo. Poi pensò: "Torno a dormire". Ma vide che non c'era più nemmeno la terra su cui adagiarsi. Solo allora cominciò a riflettere: "Sembra quasi che abbia dormito fino alla fine del mondo. Non è questo il modo di fare!"

Cominciava a deprimersi. Pensò: "Non c'è più il mondo, cosa farò senza un mondo? Dove andrò a lavorare, come mi guadagnerò da vivere, soprattutto adesso che il costo della vita è così alto e ci vogliono duemila lire per una dozzina di uova, che forse non sono neppure fresche; e poi, che ne sarà delle 10.000 lire che la società del gas mi deve restituire? E dove è andata mia moglie? E' possibile che sia sparita anche lei insieme al mondo, e a quelle cinquantamila lire che avevo nella tasca della giacca? Eppure, non è il tipo di donna che scompare facilmente", rimuginava tra sé e sé tutte queste cose...

Anche tu penserai a queste cose, il giorno in cui, all'improvviso, ti accorgerai che il mondo è scomparso. Non sapresti che altro pensare. Penseresti al prezzo delle uova, al tuo ufficio, a tua moglie, ai soldi. Tu non sai che altro pensare! Il mondo intero è scomparso, ma il tuo modo di pensare è diventato meccanico.

"E cosa faccio se mi viene voglia di dormire? Come farò a stiracchiarmi, se il mondo non c'è più? E se mi viene il mal di schiena? E chi finirà quella montagna di lavoro rimasta in negozio? E se volessi farmi un goccetto, dove vado? Ehi, ma si è mai vista una cosa simile? Uno si addormenta con il mondo sotto la testa, e quando si sveglia non c'è più!" 

Un giorno o l'altro accadrà anche a te. E' ciò che accade a ogni uomo quando muore. All'improvviso il mondo intero scompare. D'un tratto non fai più parte di questo mondo, vieni proiettato d'acchito in un'altra dimensione.

Questo accade ad ogni uomo che muore perché tutto quello che conosci è soltanto il mondo periferico. Quando muori, improvvisamente la tua periferia scompare, e tu vieni rigettato nel tuo centro, senza conoscerne il linguaggio, senza sapere nulla del tuo centro. Ti apparirà come vuoto, avrai la sensazione di una negazione, di un'assenza.

Mentre il nostro eroe se ne stava lì, in mutande, pensando a cosa fare, gli venne un'idea: "Al diavolo! Il mondo non c'è più? E chi lo voleva? Chi ne ha bisogno? Visto che, di fatto, è scomparso, potrei andarmene al cinema per ingannare un po' il tempo".
Ma con suo grande stupore si accorse che erano spariti anche i cinema.

"Ho combinato proprio un bel pasticcio," pensò il nostro eroe lisciandosi i baffi, "se non avessi dormito così profondamente," si rimproverò, "sarei scomparso anch'io con tutto il resto. Questa è proprio una bella sfortuna...né mi posso consolare con un bicchierino. E mia moglie? Chissà con chi è sparita? Se è con quel bell'imbusto dell'ultimo piano, l'ammazzo! 
Mio Dio...chissà che ore sono?"

A queste parole il nostro eroe gettò uno sguardo all'orologio, ma non  lo trovò. Cercò in entrambe le tasche del vuoto infinito, ma non riuscì a trovare nulla da toccare.

"Ho appena speso diecimila lire per quell'orologio, ed ecco che è già scomparso," pensò tra sé e sé. "Non mi importa se il mondo è scomparso, non era il mio mondo! Ma l'orologio! Perché doveva scomparire anche lui? Un orologio nuovo, pagato diecimila lire! Non aveva neppure un graffio...e che sete! E niiente da bere. Non c'è niente di meglio di un buon bicchiere, al mattino. E chissà se mia moglie...ho continuato a dormire in mezzo a questa catastrofe, merito proprio il peggio! Aiuto, aiuto, aaaiiiuuutoooo!
Dove avevo la testa? Perché non ho tenuto d'occhio il mondo e mia moglie? Perché li ho lasciati sparire... erano ancora così giovani!" Così dicendo, il nostro eroe cominciò a picchiare la testa contro il vuoto, ma poiché il vuoto è molto soffice, non si ferì e rimase vivo per raccontare la sua storia.

continua...